TONDA E GENTILE: È LA NOCCIOLA DELLE LANGHE

Tonda gentile trilobata. Non è una categoria di donna mediterranea, ma il simbolo per eccellenza delle Langhe!

Varietà coltivata in terra sabauda, tra le colline delle Langhe, del Roero e del Monferrato, la nocciola è stato il primo prodotto nazionale della regione a ricevere il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta), simbolo di qualità e autenticità del prodotto. È la provincia di Cuneo che detiene il primato piemontese di superficie coltivata a nocciolo che, con i suoi circa 7.000 ettari fornisce quasi l’85% della produzione regionale. Particolarmente apprezzata nell’industria dolciaria per la sua delicatezza di sapore, la forma sferica del seme, l’elevata pelabilità e alta conservabilità, un eccellente aroma dopo la tostatura, vanta un’antica tradizione sul territorio. Pensate che comparve per la prima volta nel panorama dolciario nel 1865 quando, in occasione del Carnevale, alcuni pasticceri la utilizzarono quale ingrediente proprio per la produzione dei cioccolatini gianduiotti e della crema gianduia.

Chi fu il primo artigiano? Presto detto: un tale Michele Prochet, torinese, scoprì un particolare tipo di cioccolato ottenuto dalla miscela di cacao con la più economica pasta di nocciole tostate, il gianduja, con il quale cominciò la produzione del primo cioccolatino incartato, il gianduiotto. Chi l’avrebbe mai detto? Ben presto presto la nocciola e il cioccolato divennero la base per altri celebri dolci, come ad esempio il famoso tartufo dolce d’Alba.

È l’industria dolciaria a considerare la nocciola la sua regina, ma essa è anche uno dei frutti selvatici su cui la sapienza antica si è sbizzarrita.

Ecco a voi alcune tra le credenze più diffuse.

Pare che l’albero, a forma di cespuglio, fosse la dimora di spiriti benevoli che favorivano un raccolto abbondante; apprezzata fin dai Greci e spesso invocata, in area mediterranea, da ninfe e pastori con lamenti d’amore, fu consigliata persino da Catone come pianta da coltivare negli orticelli cittadini della Roma antica; ottimo il frutto tostato per curare il mal di gola secondo lo scrittore Plinio; e furono proprio i Romani ad attribuirle il nome botanico di Corylus Avellana, nome altisonante per un piccolo frutto, direte voi.Dal greco coryscasco, come la ghianda del nocciolo coperta da foglie protettive che, stando alla tradizione, chissà quali misteri conservano!

I saggi pastori, per esempio, usavano costruirsi il bastone con il legno di nocciòlo per difendersi dalle serpi; mentre nel Medioevo i suoi rami venivano utilizzati per curare l’epilessia o per evocare i morti, mentre ancora oggi i rabdomanti li usano per cercare sorgenti di acqua.

Insomma la nocciola è un frutto da Miss, è saporito, ha poteri officinali e persino con l’aldilà e nasconde misteri antichi.

Cosa desiderare di più? Forse assaggiare un TAROCCO B.Langhe? delizioso impasto di questa pregiata nocciola e buonissimo cioccolato? Tutto rigorosamente fatto a mano per non alterare gusti e profumi di materie prime uniche!



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